19 aprile 2016

Les beaux jours du Beaujolais

Les beaux jours du Beaujolais

...la scoperta della Borgogna si sposta a sud

Zona inconsueta il Beaujolais per una degustazione, ma in Fisar tutto è possibile e Anna Paola stasera ha preparato un bell’approfondimento con vini non facili da trovare. La Francia è il suo territorio, è a suo agio e si vede tanto scorre piacevole e interessante la presentazione, dalla storia alla geografia, passando per la geologia, la viticultura e le note enologiche del caso. Come sempre due sommelier impeccabili per il servizio alle oltre 40 persone che partecipano alla serata.

Dove, come, quando e perchè

Estensione del sud della Borgogna, a sud di Macon, Beaujolais è ufficialmente collegato alla regione vinicola della Borgogna. La regione prende il nome dai signori di Beaujeu che furono i proprietari fino al 1400. La denominazione Beaujolais  produce principalmente vini rossi dal vitigno Gamay vinificati secondo le modalità della vinificazione semi-carbonica che favorisce l’estrazione di  aromi floreali e fruttati. Gli antichi rilievi granitici arrotondati posti a nord-ovest della zona sono la terra privilegiata dei dieci cru delle denominazioni Beaujolais e Beaujolais-Villages. Qui i vigneti ricoprono le pendici ricoperte di sabbie e sedimenti che si affacciano sul massiccio centrale, fino a 500 m di altitudine. Dieci in tutto sono i cru di questa zona e stasera ne assaggeremo ben sei.

Nei terreni con clima continentale della zona più meridionale della Borgogna il sistema d'allevamento migliore è senza dubbio il basso alberello, il più adatto per esempio per i terreni ricchi di granito del Beaujolais. Questo sistema d'allevamento riesce a fornire ottime rese, anche in qualità senza grossi interventi di potatura oltre al consueto mantenimento dell'alberello.

La “lotta ragionata” qui è di casa e i suoi principi applicati con dedizione.

Il Gamay raramente fornisce un forte apporto alcolico, e per questo si usa bene per i vini novelli, che richiedono una certa freschezza e leggerezza. Raramente viene assemblato. 

Si esprime molto meglio in purezza, avendo un legame indissolubile e dipendente con la sua area favorita, il Beaujolais appunto, dove la coltivazione della varietà è praticamente esclusiva a parte qualche ettaro vitato di Chardonnay per la produzione di bianchi della zona di cui avevamo sentito un rappresentate durante la serata Chablis.

L'acidità fornita al vino è notevole, con profumi di frutti rossi maturi ma allo stesso tempo molto freschi e una trama tannica fine e fitta. Una caratteristico di quest'uva soprattutto in vini giovani sono i possibili aromi di banana, di caramella inglese e di acetato, dovuto proprio alla fermentazione anaerobica e alla macerazione carbonica o meglio semi-carbonica.


 
Il necessario riscontro: ai sensi non si mente
 
Domaine Bergeron Beaujolais Julienas 2014 Julienas AOC
Terreni di transizione da alluvionali a granitici. Ottima annata. Lotta ragionata come comune da queste parti. Si svela allo sguardo di un rubino intenso con  striature viola.Il naso carateristico di  frutta rossa molto intensa, stramatura, fin quasi alla banana. Si apre pian piano ad una leggera speziatura e un floreale secco. Manca completamente di corpo e struttura e siamo al limite del disarmonico per quanto riguarda la parte gustativa. Un vino con vita breve, da non bere oltre i 2/3 anni dalla vendemmia.
 
Domaine Jean-Claude Lapalu Beaujolais Brouilly "Vieilles Vignes" 2014  Broully AOC
Nasce ai piedi del monte Brouilly, 12ha su suoli di sabbie e granitici , biologico con chimica in vigna e in antina quasi del tutto assente. Rese bassissime, 20hl/ha. Una parte vinificata in semi-carbonica, a grappolo intero e una parte nella tradizione borgognona. Prugne e frutti di bosco, spiccata mineralità, note vegetali verdi, tannini fini, boisé, purtroppo tutto molto scomposto. La malolattica non basta a stemperare il carattere nervoso, ma probabilmente è solo giovane e da risentire più avanti sperando nella clemenza del lavoro del tempo.
 
Domaine Des Nugues Beaujolais Fleurie 2013 Fleurie AOC
Ancora granito rosa e clima continentale che donano una grande spalla acida e profumi. Il naso propone aromi intensi di fiori, di rosa canina, di violette, di peonie e frutti rossi di bosco. Buona la struttura e in generale tutte le note morbide del vino che permettono di raggiungere equilibrio con il nerbo acido e tannico sempre molto spiccato di questi vini.  

Domaine des Terrs Dorées Beaujolais Morgon 2013
Scisti e graniti su residui vulcanici sono il terreno tipico di questo cru . Frutti Rossi maturi che si spingono fino al profumo di alle mele cotogne, fiori secchi del poutpourri o delle ciprie. La bocca diventa morbida e carnosa e trova un buon equilibrio con freschezza e tannini. Stiamo salendo di livello e anche le barrique usate per l’affinamento, seppur di 4 o 5 livello fanno bene il loro lavoro senza appesantire il vino.
 
Domaine des Terrs Dorées Beaujolais Moulin-à-Vent 2013
Frutta rossa e nera , spezie e sottobosco. Petali di rose secche e boisé. Vino più concentrato e tannico probabilmente a causa del terreno ricco di manganese, tossico per la vite, che ritarda la crescita e rende i grappoli piccoli e concentrati. Si iniziano a trovare note chimiche di acetati, tipiche di questa uva.
 
Château Des Jacques Beaujolais Chénas 2011
Chénas sono le querce e siamo in un bosco tra le altitudini maggiori del Beaujolais. Vinificazione  tipica borgognona, senza la macerazione semi-carbonica diffusa in quest’area. Vini di maggior struttura e possibilità di affinamento. Cru di dimensioni ridotte, terreni poco fertili, bucce sottili, acini piccoli. Ancora le note tipiche di fiori e frutta e la parte acetata, forse a causa dell’affinamento, adesso emerge ben nitida.Lo stesso odore dei fogli di acetato che una volta si usavano per le lavagne luminose. Le note terziarie dovute all’affinamento in barrique più giovani si sentono nette ma donano grazia smussando i tannini fitti e verdi del Gamay. Per me questo è il vino più piacevole e completo della serata.

E infine la sorpresa

Immancabile vino misterioso. Arrivano delle bollicine, rosé, sottili e morbide in bocca, gentili e aggraziate, quasi da moscato a tappo raso. E’ un vino femminile,  ancestrale, a base di uve Gamay, 4,5% demi-sec (e si sente bene lo zucchero). Profumi intensi di fragole e lamponi rossi e maturi, il tutto in buon equilibrio grazie ancora alla spiccata acidità che gli dona l’uva e il clima dove cresce. Ancora Domaine des Terres Dorée – FRV100 il nome. A chi piace il Brachetto con questo va a nozze!

La serata è passata velocemente e abbiamo avuto modo di confrontarci con una zona di cui normalmente si conosce poco salvo qualche vino novello immancabile sugli scaffali della grande distribuzione agli inizi di Novembre, insieme alle prime castagne. Non saranno questi i grandi vini rossi francesi, strutturati o eleganti, ma dimostrano un proprio carattere, una forte tipicità e soprattutto la passione dei viticultari della zona che quotidianamente devono confrontarsi con le grandi denominazioni poco più a nord. Il Gamay ha sue caratteristiche ben definite e riconoscibili e adesso sarà un po meno misterioso di prima. 

Aldo Mussio
Aldo Mussio

Wine Lover and Champagne addicted. Da tutta la vita si destreggia e sopravvive tra hardware e software di tutte le specie, che sono poi la sua vita imprenditoriale. Ha trovato rifugio nel mondo del vino in tutte le sue declinazioni ludiche e si distrae in vari ambienti “social”.

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