14 marzo 2016

Le altre sfaccettature della Borgogna

Chablis et ses Climats

5 Chablis e un intruso

Con Fisar ci sono sempre tante opportunità per conoscere territori di eccellenza con tutte le loro sfaccettature. Questa volta era il turno dello Chablis e del nostro bravo relatore, Giovanni d’Alessandro, per imparare ancora una variante di vini prodotti con Chardonnay. La grande sala al completo con due nostri sommelier impeccabili nel loro servizio, Camilla e Andrea.

Chardonnay

Lo Chardonnay è una delle uve più versatili, con buona vigoria, assolutamente  camaleontica, che viene coltivata al mondo. La troviamo un po ovunque e ha la grandissima capacità di adattarsi anche in climi diversi e di rubare al territorio ogni sua peculiarità.
Proprio il territorio in questa zona è la causa del carattere altamente minerale e sapido di questo vino, dove le vigne dello chardonnay crescono su marne calcaree ricche di fossili di piccole “ostriche virgula”, depositate nel periodo Giurassico superiore e chiamato Kimmeridgiano. L’unicità del terreno insieme alla latitudine a cui si trova diventa caratteristica principale e unica al mondo, conferendo tratti esclusivi allo Chardonnay che qui viene coltivato.

Un po' di storia

La lezione parte con la storia di questa area dove si coltivava la vite fin dagli antichi Romani, probabilmente dal 50 d.c., da quando si iniziano a trovare informazioni scritte. Le coltivazioni vanno avanti per tutto il medio evo e successivamente fino al XV secolo quando il nome Chablis collegato al vino inizia ad avere citazioni. Come in tutta la Francia saranno i monaci Cistercensi che custodiranno i segreti e tramanderanno l’arte di coltivare i vitigni fino al 1600 quando prima l'Oidio e poi la Fillossera devasteranno le culture. Nel 1950 c’erano rimasti circa 200 ha coltivati in questa area, praticamente annientata da un punto di vista enologico.
Da quel momento in avanti si ripartirà grazie a cooperative di conferitori che si riorganizzeranno e inizieranno a potenziare le colture nell’area fino a quello che oggi conosciamo. 5000 ha vitati, 40 milioni di bottiglie prodotte, circa il 17% dell'intera produzione di vino in Borgogna.

Terroir e denominazioni

Ancora oggi una grossa cooperativa di conferitori, La Chablisienne, detiene la più grande  fetta di produzione dell’intera aerea e il monopolio su uno dei sette Grand Cru.
Da un punto di vista di denominazione lo Chablis è oggi diviso in 4 zone, quasi per centri concentrici attorno alla cittadina di Chablis, partendo dei 7 Grand Cru immediatamente a ridosso a nord-est della cittadina di Chablis, sulla marna kimmeridgiana e con l’esposizione perfetta a sud est. Subito attorno e a sud della cittadina troviamo i 1er cru circondati dalle due denominazioni chiamate Chablis e Petit Chablis. Più ci allontaniamo dai grand cru, più lo strato marnoso si mischia a sabbie cambiando le caratteristiche del vino che si ottiene.

Note di gusto

Le caratteristiche generali dei vini di questa zona sono la pronunciata sapidità e mineralità, la complessità del patrimonio aromatico, la capacità di un affinamento medio lungo  soprattutto per le migliori realizzazioni dei grand cru. Più semplici, freschi e profumati sono gli Chablis e i Petit Chablis, sempre più complessi ed eleganti i 1er cru e i grand cru.

Finalmente i vini (e un pizzico di mistero)!

I vini in degustazione percorreranno tutte e quattro le denominazioni dando un panorama completo delle caratteristiche di questo vino con una beva fantastica.

Partiamo con i vini dove un intruso nascosto ci accompagnerà fino alla fine della degustazione per poi essere svelato. Solo un indizio, si parla ancora di Chardonnay !

Domaine Moreau-Naudet Petit Chablis 2014

Un vino da bere giovane, che fa solo acciaio, la consueta mineralità si sente ma esploderà poi in bocca dove il vino ha una sapidità elevatissima, iodato. Il fiore ed il frutto sono ampi e si trovano biancospino e acacia, limone, pompelmo e pesche bianche. Buona la persistenza, con un finale leggermente amaro che sfuma verso gli aromi dell’orzo.

Domaine Jean-Claude Bessin Chablis "Vieilles Vignes" 2013

Aumenta la complessità così pure come la mineralità adesso spiccata al naso e poi in bocca. Si parla di vecchie vigne, di un vino che fa malolattica per cercare di trovare un equilibrio. Il minerale è pietroso e accompagna bene gli agrumi tipici, più maturi nelle sfumature, la speziatura dolce del pepe bianco, le note che tendono agli idrocarburi della cera, la paglia e il burro fresco.

Domaine William Fevre Chablis 1er Cru Vaillons 2013

Il primo dei due 1er Cru è della zona Vaillons. L'azienda è certificata biologica dal 2006, terreni calcarei argillosi che donano una struttura più importante. Si apre al naso ampio con fiori bianchi e un buon fruttato che si sposta dagli agrumi alla pera. La bocca è esplosiva, tesa dove la croccantezza del frutto dimostra il proprio carattere, sorretta a dovere dalla mineralità e dalla sapidità del territori. il finale lascia spazio a note più complesse legate probabilmente ai passaggi fatti in legno e compaiono note vegetali secche di paglia e un leggero profumo di sottobosco.

Domaine Christian Moreau Chablis 1er Cru Vaillons "Cuvée Guy Moreau" 2013

L'esposizione è perfetta a Sud-Est, 60% inox, l'affinamento avviene per un 40% in legno di cui buona parte nuovo o di 2° passagio. Un vino rotondo ed equilibrato con una buona struttura. Nette le note di pietra focaia, di silex, di agrumi maturi, a tratti canditi, di mela,  del burro, della vaniglia per finire anche qui con sentori che tendono alla cera. Lunga persistenza.

La Chablisienne Chablis Grand Cru Les Preuses 2013

Il primo dei Grand Cru, La Chablisienne è un istituzione e non poteva certo mancare. Questo vino fa malolattica e affinamento di 20 mesi su fecce fini  in piccole botti. Il patrimonio aromatico è il più complesso della serata e si recupera tutta la parte floreale che avevamo perso negli ultimi vini. L’acacia, il biancospino, fino al glicine. La bocca cambia registro e il frutto esce prepotente come le note pietrose, minerali. Uno Chablis potente in bocca dove più si va avanti e più arrivano le spezie e la vaniglia, il caramello dolce dei toffee. Entra in gioco il gusto personale ma se non è il migliore, se la batte ad armi pari con il successivo.

Domaine Jean-Claude Bessin Chablis Grand Cru Valmur 2013

Azienda medio piccola, 50000 bottiglie in tutto, 2ha di Grand Cru e 5ha di 1er Cru. Anche qua il legno fa la sua parte nella vinificazione e si sente netto e chiaro in bocca. Naso e palato con mineralità elevata donata dalle pietre fossili, la frutta in bocca diventa frutta secca e miele. Esemplare l’equilibrio tra acidità e morbidezza del vino. Diverso dal precedente Grand Cru, più spostato su note che avranno bisogno di affinamenti più lunghi per esaltarsi.

...e il vino misterioso?

Dopo qualche suggerimento e un po' di buona volontà arriviamo a svelarlo. Si tratta di un raro esempio di Chardonnay coltivato a sud della Borgogna, nel Beaujolais, terra di Gamay e Aligoté, ad annunciare in qualche modo il prossimo evento di fine marzo.

Terre Dorées Beaujolais Chardonnay Classic

le vigne hanno 30/40 anni e si trovano su terreni con argille a calcari, viene vinificato in acciaio e fa batonnage. Le note dello Chardonnay cambiano, perde un po di freschezza, acquista corpo e struttura. Le note minerali sono molto meno accentuate e il frutto è più grasso e rotondo, più carnoso.
Subentrano anche delle leggere note vegetali di fieno. A dimostrazione di quanto detto all’inizio la stessa uva, nella stessa regione, su terreni diversi sviluppa caratteristiche sensibilmente diverse.

I saluti

La serata è passata velocemente in compagnia della lezione sempre interessante tenuta da Giovanni ed è finita con soddisfazione dei presenti. I consueti saluti e ringraziamenti per tutte le persone che hanno collaborato rendendo possibile la serata ma soprattutto per tutti i partecipanti che accorrono sempre più numerosi a queste manifestazioni partecipando allo svolgimento con interesse e piacere.

Aldo Mussio
Aldo Mussio

Wine Lover and Champagne addicted. Da tutta la vita si destreggia e sopravvive tra hardware e software di tutte le specie, che sono poi la sua vita imprenditoriale. Ha trovato rifugio nel mondo del vino in tutte le sue declinazioni ludiche e si distrae in vari ambienti “social”.

Blog
facebook.com/aldo.mussio
twitter.com/Aldomussio
vivino.com/users/aldo.mus
instagram.com/aldomussio/

Leggi anche:

Trento DOC: quando parla il terroir
8 novembre 2022
Trento DOC: quando parla il terroir
Zona spumantistica italiana fra le più eleganti e longeve, non sempre approfonditamente conosciuta. Viaggio in 10 bottiglie di un territorio unico
Degustazione emozionale fra mare e montagna:  gli autoctoni d’Abruzzo
9 dicembre 2019
Degustazione emozionale fra mare e montagna: gli autoctoni d’Abruzzo
Viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio in un territorio unico: dal Gran Sasso fino a lambire le coste del mar Adriatico, facciamo la conoscenza di un territorio che rappresenta la culla della civiltà enoica
Piccolo (e alto) mondo antico: Il Sangiovese in punta di piedi del Chianti Rufina
27 novembre 2019
Piccolo (e alto) mondo antico: Il Sangiovese in punta di piedi del Chianti Rufina
Un viaggio a ritroso nel Chianti Rufina con Leonardo Romanelli e le sue Delizie a Villa Olmi
Solide radici e sguardo rivolto al futuro: una sera coi Vignaioli dell'Alta Calabria
20 aprile 2022
Solide radici e sguardo rivolto al futuro: una sera coi Vignaioli dell'Alta Calabria
Il racconto di una serata con i Vignaioli dell'Alta Calabria alla scoperta del loro territorio e dei loro vini
Installa la nostra WebApp per avere tutto il mondo Fisar sempre a portata di mano!
AnnullaInstalla
share