22 ottobre 2016

Loira: un fiume, l'uomo e la terra

Loira: un fiume, l'uomo e la terra

Cosa c’è di meglio di un bel ripasso sui vini della Loira dopo qualche giorno trascorso da quelle parti quest’estate? L’occasione è stata la serata “Loira: un fiume, l’uomo e la terra” condotta con passione e vero amore per questa zona da Anna Paola Coppi e Leonardo Finetti.
La Francia non è solo Borgogna, Bordeaux e Champagne, e la Loira è una delle protagoniste in crescita delle altre zone d’oltralpe vocate alla viticoltura: diversità di vini e vitigni, qualità in crescita da anni grazie alle nuove generazioni di vignaioli attenti all’ambiente e ai metodi di vinificazione e – non ultimo – eccellenze legate comunque a prezzi alla portata di tutti.

Il fiume

La Loira, con i suoi 1020 km, è il fiume più lungo di Francia. Nasce a sud-est del Massiccio Centrale e scorre prima verso nord, fino ad Orléans, poi curva ad ovest fino all’Atlantico. La Valle della Loira è caratterizzata da clima mite e temperato di origine oceanica.
La regione vinicola della Loira si sviluppa su una fascia di ben 680 Km nella seconda parte del corso del fiume, e dei suoi affluenti Cher, Indre e Vienne. Su questo territorio insistono più di 80 AOC, ma quello che più caratterizza questa zona è la variabilità dei terroir, unita alla presenza di vitigni molto particolari e di svariate tipologie di vini, caratterizzati da freschezza, fruttato e versatilità non facili da riscontrare in altre regioni.
Intorno alla Loira si sviluppano piccoli paesi, contornati da centinaia di castelli piccoli e grandi, che ne fanno un’ottima meta turistica: non è un caso che ci sia stato due volte in tre anni! Beh, i castelli sono anche un’ottima scusa familiare per deviare verso le cantine…!

La terra

Per conoscere i terroir della Loira e la conformazione del sottosuolo bisogna ripercorrere il periodo in cui nacque il territorio della Francia come lo conosciamo oggi.
Le zone verso la foce della Loira, cioè la zona del Muscadet intorno a Nantes e ripercorrendo all’indietro il corso del fiume fino ai territori delle AOC Savennière e Coteaux du Layon, sono le più antiche e sono caratterizzate dalla forte presenza nel sottosuolo di rocce vulcaniche.
La zona più a est (Touraine, Anjou, etc.) era invece sommersa dall’oceano, e ha terreni più recenti: il sottosuolo formatosi sotto il mare del Cretaceo è il tuffeau, ovvero calcare misto a marne, sabbie, grès, alternato a strati di sedimenti più recenti trasportati dal fiume nel corso dei millenni successivi (gravier).

L’uomo

Su questi suoli così diversificati, le viti prosperano più o meno dall'età gallo-romana.
Plinio il Vecchio menziona esplicitamente i vigneti della Loira e descrive un vitigno, la Vitis biturica, probabilmente antenato del Cabernet Franc, descrivendolo come una pianta forte e vigorosa, in grado di garantire un ottimo vino, molto longevo.
Lo sviluppo definitivo della viticultura di qualità in questi territori, avvenne come sempre nel Medioevo, e come sempre grazie all'operato di monaci, in questo caso di Monaci Benedettini.
Nel corso dei secoli poi questa zona diventò strategica sia per il commercio che per la politica francese: ne sono testimonianza i bellissimi castelli che ornano le sponde del fiume con la loro magnificenza. E nelle corti accanto al fiume scorrevano fiumi di vino!

I vitigni

Melon de Bourgogne
La zona dei Pays Nantais, quella intorno a Nantes e alla foce del fiume, è il regno del Melon de Bourgogne, da cui si ottiene il vino Muscadet.
Come dice il nome è originario della Borgogna, da cui fu bandito, e trovò “asilo” in questo territorio per produrre vini neutri da destinare alle distillerie olandesi.
Vitigno privo di aromi significativi, si caratterizza per la sua spiccata acidità e il basso tenore alcolico: sui terreni più vocati acquista una spiccata e piacevolevolissima mineralità.

Chenin Blanc
E’ il vitigno bianco principe della zona dell’Anjou-Saumur, dove la sua spiccata versatilità dà vita a vini diversi, dal secco ai demi-sec ai molleux, fino agli spumanti.
Considerato un discendente del Savagnin, è caratterizzato da aromi muschiati e fruttati.
E’ un vitigno coltivato in tutto il mondo (si trova dal Sudafrica agli Stati Uniti), ma dà in questa zona sicuramente i vini migliori. E’ infatti decisamente un vitigno capace di esprimere significativamente le caratteristiche del terroir sul quale è piantato.

Cabernet franc
Vitigno a bacca rossa, protagonista incontrastato della Touraine e del Saumurois, soprattutto delle AOC Bourgueil, St. Nicholas-de-Bourgueil, Chinon e Saumur-Champigny, dove esprime le sue caratteristiche migliori in vini sia rossi che rosati. Si distingue dal Cabernet Sauvignon per un copro più leggero e un frutto più immediato.
Sulle vigne coltivate sui rilievi caratterizzati dal calcaree del Cretaceo dà vini più complessi e longevi, definiti "vins de tuffeau". Le vigne che poggiano invece sullo zoccolo delle piani alluvionali sono di pronta beva, più leggeri e improntati sul frutto, e sono detti "vins de gravier".

I vini in degustazione

Una breve nota personale: i vini della Loira sono tra i miei preferiti… nel corso degli anni mi sono appassionato allo Chenin e al Cabernet Franc provenienti da questa valle, e una settimana a Nantes un paio di anni fa mi hanno fatto scoprire le gioie di “ostriche e muscadet”. La selezione di Leonardo ed Anna Paola rispecchia in pieno la nuova gloria della Valle della Loira, dove negli ultimi anni i produttori presentati - e non solo - hanno rilanciato questi vini con capolavori di eleganza e finezza.

Domaine André-Michel Brégeon - Muscadet de Sèvre et Maine Gorges 2013
Michel Brégeon è stato uno dei capostipiti della viticoltura di qualità nella zona del Muscadet: ora la cantina è gestita da Frédéric Lailler che continua la sua opera. Trattamenti minimi in vigna e in cantina.
La Cuvee Gorges (denominazione comunale all’interno dell’AOC Muscadet de Sèvre-et-Maine) è da vigne con più di sessant’anni, su roccia madre di gabbro e suoli argillosi scuri, in conversione al biologico, e affina 28 mesi “sur lie”. Al naso ha note di note di lieviti (pan brioche) e una spiccata mineralità, accompagnate da leggere note fruttate di ananas e agrumi. Una bella freschezza e sapidità in bocca, e una buona lunghezza, ne fanno il compagno ideale delle ostriche. Provateci, così sfatiamo anche definitivamente il mito di “ostriche e champagne” e magari fatelo tra le stradine strette del centro di Nantes, che è una meraviglia!

Domaine Patrick Baudouin - Anjou Blanc Effusion 2014
Anche Patrick Baudouin lavora in regime biologico, nella zona dell’Anjou. Siamo sulla riva sinistra della Loira, in zona nota come "Anjou Noir". I terreni sono prevalentemente di tipo vulcanico e metamorfico.
Ovviamente parliamo di Chenin Blanc: l’Effusion è da vigne di 16 anni, vendemmia a maturazione completa (non surmaturazione) e malolattica svolta. Tutto questo si riflette nello splendido colore dorato del vino.
Frutta, note boisè, leggere note mielate e una bella mineralità accompagnano una bocca ampia e grassa rivestite da una buona acidità. Da provare con un buon formaggio francese a pasta molle: del resto mica sono il solo a non resistere ai formaggi francesi, vero?

Château Pierre-Bise - Savennières Roche aux Moines 2013
Passiamo sulla riva destra della Loira: il paesaggio è più aspro e la fascia collinare che scorre parallela alla Loira è tagliata da profondi valloni (coulée) perpendicolari al fiume. I suoli molto sottili e in alcuni casi, come quelli del Roche aux Moines, da dove viene questo vino, quasi assenti.
Anche allo Château Pierre-Bise gli interventi in vigna e cantina sono ridotti al minimo indispensabile. La parcella Roche aux Moines è molto vicina alla Loira, su elevate pendenze, e esposa a Sud/SudEst. Nella parte alta della vigna affiora la roccia madre e scendendo si trovano suoli sottili (30 cm) composti da grès e rocce vulcaniche. Molto importante l'apporto della Loira per luce e vento.
Anche per questo vino vendemmia a maturazione e fermentazione lunga  con lieviti indigeni e malolattica svolta.
Aromi di agrumi e mela cotogna, note dolci e importante mineralità “rocciosa”. Bocca ampia e ben equlibrata con una buona freschezza a compensare le note morbide. Da provare con crostacei in salsa, alla francese.

Domaine Huet - Vouvray Le Mont demi-sec 2014
Ricordavo molto bene questo vino, avendolo sentito in azienda quest’estate, mi ha fatto piacere riassaggiarlo. Molto interessante è stato assaggiare tutta la linea di questa cantina, dai sec ai molleaux: una sommelier americana che si divertiva a parlare italiano ha trasformato la degustazione in un divertente grammelot trilingue! Questo simpatico siparietto ha portato come “premio” alla degustazione di un demi-sec del 1997: goduria allo stato puro.
Ci troviamo a Vouvray, su un territorio caratterizzato dal tuffeau. Il terreno di Le Mont è caratterizzato da terreno argilloso e grossi sassi di silice.
Domaine Huet è in regime biodinamico dal 1988, per questo vino si effettuano vendemmie manuali a più riprese  per ottenere tutti i grappoli in perfetta maturazione.
Al naso mela cotogna matura, pera e pesca gialla, sandalo, note di miele e c’era d’api, legno di sandalo, spezie, note minerali calcaree e silicee… una dinamica infinita! Bocca rotonda e morbida, acidità viva e un finale molto lungo. Un vino da aspettare almeno 10-15 anni. 

Domaine des Roches Neuves - Saumur-Champigny Franc de Pied 2013
Passiamo ai rossi da Cabernet franc con una delle stelle del Saumourois, Thierry Germain e il suo Domaine des Roches Neuves. Quest’estate ho fatto scorta dei suoi vini in una piccola enoteca che affianca un bar a Saumur, condotta da un “folle” che propone tante piccole chicche della Loira… e una piccola selezione di vini naturali italiani!
Cambia la formazione geologica: i terreni qui sono detti "Anjou Blanc" e sono composti prevalentemente da argille e calcare (tuffeau bianco e giallo) e sabbie sassose in pianura.
Sempre da vigne in regime biodinamico, come tutte quelle di Germain, il Franc de Pied viene da vigne giovani impiantate a piede franco su terreno sabbioso (5 -6 m), poggiato su roccia madre calcarea.
In bicchiere quello che stupisce tutti (e lo fa notare Lorenzo Sieni) è la brillantezza di questo vino. Al naso piccoli frutti rossi, fiori, pepe nero, mineralità su note di grafite. I tannini sono vellutati, eleganti, la bocca è succosa, il finale è lungo. Lo accompagnerei ad una bella grigliata!

Frédéric Mabileau - Saint Nicolas de Bourgueil Les Coutures 2013
Bourgueil, sulla riva destra della Loira, ha più o meno le stesse caratteristiche geologiche e climatiche di Saumur. L'AOC St. Nicolas de Bourgueil è caratterizzata da terreni collinari di argille silicee (con minore presenza di tuffeau) e suoli calcarei e sabbiosi.
Frèdèric Mabileau, proveniente da una famiglia di vignaioli fin dal 1600, avvia il suo domaine a St Nicolas nel 1988: il regime è biologico con molte pratiche di provenienza biodinamica.
Il Coutures viene da vigne di 44 anni caratterizzate da suoli sciolti sassosi su roccia argillo-calcarea.
Il naso è molto varietale, sorretto da frutta, note erbacee, spezie (pepe) e una bella mineralità. In bocca è ampio e sorretto da una buona acidità. Io lo proverei con qualche formaggio a pasta dura!

Martin Rance
Martin Rance

Nessuno sa come si pronunci il cognome. Segno distintivo, la curiosità: quella per il mondo del vino l'ha portato alla Fisar, che l'ha trasformata in passione. Corrente "bianchista": vivrebbe di champagne, riesling e fiano. Appassionato di didattica: la trasmissione del sapere arricchisce tutti.

facebook.com/martinrance

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