20 aprile 2022

Solide radici e sguardo rivolto al futuro: una sera coi Vignaioli dell'Alta Calabria

Solide radici e sguardo rivolto al futuro: una sera coi Vignaioli dell'Alta Calabria

Seppur oggi declassata per gran parte della sua estensione, e in alcuni punti rinominata, in origine l’arteria principale che collegava la Calabria al resto dell’Italia si chiamava SS19 “delle Calabrie”: sì, delle Calabrie, perché le Calabrie del vino sono almeno tre, e corrispondono, più o meno, a quelle che erano le sue tre province: Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.

Se facciamo un’opera di astrazione davanti ad una carta geografica, e stacchiamo la Calabria, vediamo che la sua configurazione geografica e orografica è un’immagine perfetta e ridotta dell’Italia: stretta fra due mari e delimitata da aspre catene di monti. Con i suoi 800 chilometri di costa, è un territorio impervio e difficile, le valli strette disegnate da fiumi e montagne la dividono in due versanti, ionico e tirrenico, dove il clima è molto diverso: in sostanza, possiamo quasi considerarla un’isola!. Queste caratteristiche hanno protetto i vitigni autoctoni, spesso identificati con nomi diversi.

L’isolamento geografico, la mancanza di concorrenza tra produttori, il consumo principalmente interno, hanno relegato negli anni il vino calabrese a fanalino di coda dell’enologia nazionale: fino al secolo scorso in questa terra il vino era un alimento per le classi meno abbienti e costituiva, assieme alla cucina, il legame con la propria terra per i tanti calabresi nel mondo.

Fortunatamente, negli ultimi anni la Calabria ha cambiato volto! I promotori del rinnovamento enologico sono stati i giovani e intraprendenti vignaioli dell’area del Cirò: proponendo gradevoli vini di tradizione, hanno saputo esaltare le doti del gaglioppo. Ad essi si sono unite nuove aziende che lavorano nella consapevolezza di una realtà vitivinicola, climatica e territoriale che può dare vini originali e di carattere.

E’ in questo nuovo corso che si inseriscono i VAC.

VAC: VIGNAIOLI DELL’ALTA CALABRIA

Arrivando in Calabria da Nord attraverso l’autostrada A2 e lasciandosi il Massiccio del Pollino alle spalle, il paesaggio si apre su un altopiano che guarda a est verso la pianura di Sibari e il mare Ionio e a ovest verso la Catena Costiera che dirada verso il Tirreno. La strada continua verso Cosenza, percorrendo la provincia più grande della Regione, con i suoi quasi 7000 chilometri quadrati di superficie.

Questa è l’Alta Calabria, ed è qui che nel 2011 è nata, dall’accorpamento di IGT e DOC a sé stanti, la DOC Terre di Cosenza, comprendente la provincia di Cosenza nella sua interezza. All’interno dell’area sono state individuate sette sottozone: Condoleo, Donnici, Esaro, Pollino, iSan Vito di Luzzi, Colline del Crati e Verbicaro.

I vitigni coltivati sono diversi, autoctoni e internazionali, ma l’uva principe è il Magliocco. La produzione vitivinicola in questa zona, a differenza, per esempio, del Cirò, zona costiera, insiste verso l’interno: i vigneti si trovano mediamente tra i 400 e i 600 metri sul livello del mare, e si può parlare di viticoltura di collina e montagna.

In questo territorio, a giugno del 2021, sotto la sapiente guida di Eugenio Muzzillo, è nata una rete di imprese cosentine che riunisce 10 piccole aziende, i VAC appunto.

L’idea iniziale, dato il momento difficile per l’ economia territoriale, era di unire le forze per fare massa critica, date le esigue dimensioni di ciascuna azienda e la difficoltà di avere un reale impatto sul mercato. Il progetto poi evolve , con l’obiettivo di creare un brand utile alla comunicazione su più larga scala: si fa leva sia sul territorio di riferimento, a nord della regione, che sul vitigno simbolo di questo territorio, il magliocco dolce.

Non tutto però è ancora chiaro per quello che riguarda la classificazione, l’identificazione varietale e la selezione dei cloni: magliocco è un nome collettivo che raggruppa una serie variegata di biotipi: questi, sulla base di mutazioni avvenute in ambienti diversi, hanno sviluppato differenze morfologiche e/o enologiche anche importanti. Ad aumentare la confusione, il fatto che, a seconda delle zone di produzione, lo stesso vitigno venga chiamato con nomi diversi: Lacrima, Guarnaccia, Arvino, Terravecchia, Merigallo, Maglioccuni, Greco nero…

VIGNAIOLI E VINI

Le aziende dei Vignaioli dell’Alta Calabria sono: L’antico Fienile Belmonte, Cerzaserra, Ciavola Nera, Tenute Ferrari, Cervinago, Rocca Brettia, Azienda Agricola Maradei, Cantine Elisium, Azienda vinicola Manna e Terre del Gufo.

Il loro manifesto, tra le altre cose, recita: “Per i nostri coevi il vino è un oggetto di lusso, invece per noi è un bene di prima necessità. Non possiamo vivere senza il Vino. A differenza di alcuni nostri coevi – E lo dico con grande rispetto – noi sosteniamo che il vignaiolo non è una divinità il vignaiolo è un uomo come gli altri, un muratore che costruisce il suo muro un costruttore di porte e finestre.”

La delegazione Fisar Firenze li ha invitati a parlare per una sera del loro territorio e dei loro vini!

L’Antico Fienile Belmonte – Greco Bianco – IGP Calabria 2020

L’Antico Fienile nasce dall’intuizione e dall’entusiasmo delle sorelle Belmonte: Simona e Ida, che nel 2016 hanno valorizzato il patrimonio agricolo che, prima il nonno e a seguire il padre hanno coltivato nel tempo con amore, passione e dedizione.

L’Azienda si trova ad Altomonte, incantevole centro medioevale incastonato nel cuore della provincia cosentina che fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”, a 450 metri sopra il livello del mare ed è circondata dal Pollino, dai monti dellOrsomarso, dalla piana di Sibari con il suo mare Ionio e dalla Valle dell’Esaro.

In 5 ettari di vigneto producono 5000 bottiglie divise in 4 etichette: Magliocco, Aglianico Rosso, Aglianico Rosato e Greco Bianco.

Proprio quest’ultimo noi abbiamo degustato. Greco Bianco all’80% e 20% di Mantonico, vigneto a 500 m slm, affinamento in acciaio sur lies. Al naso note profonde di pesca e fiori d’acacia e salvia, sostenuti da una dolce nota mielata, un roseto bianco e delle leggere note di frutta tropicale. Al palato l’equilibrio gustativo è il facile risultato tra l’azione di una freschezza ben presente e le note calde dell’alcol. Le sorelle Belmonte lo consigliano con il classico “lagane e ceci”.

Azienda Agricola MARADEI – Dramis Bianco – IGP Calabria 2018

L’Azienda si trova nel comune di Saracena, famosa per il famoso Moscato al Governo di Saracena, è a conduzione familiare e si estende con i suoi 10 ha di uliveto e 5 ha di vigneto nei comuni di Saracena, Firmo e Lungro; territorio compreso nel Parco Nazionale del Pollino. Tutti loro prodotti possiedono la certificazione biologica e, ad oggi, è in atto la conversione al biodinamico. Producono 7 etichette e noi abbiamo degustato il Dramis Bianco.

Guarnaccia bianca 100% da vigna centenaria su terreno argilloso a 350m slm. Fermentazione spontanea del solo mosto fiore in acciaio senza controllo della temperatura, non filtrato.

La parte visiva della degustazione riflette la tecnica di produzione: risalta, soprattutto, la scelta di non filtrare. I profumi sono tipici di questo vitigno che viene usato per il famoso Moscato, fiori di acacia, ginestra mela cotogna e un leggero sentore di frutta secca. In bocca intenso e corposo con buona freschezza e acidità.

Rocca Brettia – Peuce – Doc Terre di Cosenza sottozona Donnici rosato 2020

Rocca Brettia è una giovane realtà che si è inserita nel solco dell’attività ventennale dell’azienda Donnici99, dalla quale ha ereditato la superficie vitata e la cantina, recentemente ampliata e ristrutturata. Si trova a Donnici, frazione di Cosenza, alle pendici di uno storico colle, un tempo fortezza difensiva, oggi dimora dell’antico Castello Svevo di Cosenza.

I vigneti baciati dal sole si estendono su un ampio poggio a 500 m s.l.m. L’azienda produce 6 etichette non solo con gli autoctoni Magliocco, Greco Nero e Montonico, ma anche anche con Merlot, Pinot Bianco e Barbera.

Il vino in degustazione è stato il Peuce, un rosato da Magliocco (90%) e Greco Nero (10%) piantati in un terreno sabbio-limoso. Raccolta a mano delle uve, il mosto fermenta a freddo e sosta 6 mesi sulle fecce fini. In seguito, 8 mesi in acciaio e 2 mesi in bottiglia.

Un rosato come dev’essere, con note di frutti rossi e spezie, al palato fresco e di buona struttura, al gusto delicato e con una buona persistenza. Consigliato con salumi e zuppe di pesce.

Azienda Vinicola Manna – Terra Madre – IGP Calabria 2018

L’azienda Manna si trova a Frascineto, sull’altopiano alle cui spalle troneggia il Dolcedorme, una delle ultime vette del Pollino prima di scendere verso la pianura di Sibari: l’aria del Pollino incontra il vento di grecale creando un microclima unico che favorisce lo sviluppo dei due vitigni autoctoni calabresi per eccellenza, Magliocco e Gaglioppo.

Qui Valerio Manna, con i suoi figli Lorenzo e Ernesto, ha deciso di intraprendere un’ entusiasmante sfida volta a contribuire allo sviluppo ed all’affermazione del movimento vitivinicolo del territorio.

Terra Madre è prodotto con Magliocco in purezza, vinificazione a temperatura controllata, affinamento in acciaio 8 mesi e in tonneaux per 12 mesi.

Tipico frutto rosso e nero: ciliegia, ribes e leggere note di spezie. Una leggera nota affumicata e di incenso. In bocca una buona struttura con un tannino vivace. Si accompagna ai primi e secondi del territorio: quando l’ho assaggiato ho pensato di poterci mangiare “maccarruni aru fiarru con ragù d’agnello”.

Terre del Gufo – Estremo – Terre di Cosenza DOP sottozona Donnici 2019

Quand’ero giovane in Calabria sentivo dire dai grandi che il vino buono si faceva a Donnici!

Terre del Gufo è il marchio dell’azienda agricola di Eugenio Muzzillo. Si trova proprio a Donnici: piccole produzioni, basse rese e massima cura nella trasformazione caratterizzano l’attività. L’ agricoltura praticata è biologica, con inerbimento naturale perenne e concimazione a file alternate con sovescio di leguminose e graminacee. Le lavorazioni meccaniche non sono invasive. Qui il vino ha il sapore antico, austero ed elegante delle produzioni di alta quota.

Noi abbiamo assaggiato Estremo, un vino da Magliocco Dolce in purezza coltivato a 500 m s.l.m., che fa macerazione per 30 giorni e affinamento in anfora ceramizzata non vetrificata per 18 mesi.

Il vino esprime tutte le caratteristiche varietali del vitigno, non mascherate da note legnose. Frutta rossa intensa, note di spezie, incenso, è armonico, morbido e di buona alcolicità. Il tannino vivace permette l’abbinamento con la cucina dei giorni di festa: lasagne e carne alla griglia.

Cervinago – Cervinago Rosso – IGP Calabria 2018

Due fratelli: Agostino e Vincenza. Due opposti: lei, eclettica, studiosa, scrupolosa, esperienze lavorative maturate “in città”; lui, ragazzo d’altri tempi, dedito al lavoro ed esperto in tutto ciò che la natura offre. Vigneto di proprietà da generazioni e ogni generazione ha apportato sostanziali innovazioni all’esperienza acquisita e maturata sia nel settore della produzione che in quello della trasformazione, pur restando ancorati ai valori del passato.

L’azienda si trova sul Monte di Cassano allo Ionio a 600 metri s.l.m., una grande terrazza che guarda al golfo di Sibari, contornata dai monti del Pollino.

La terra rossa ricca di ferro e magnesio e il particolare microclima influenzato dalle brezze marine, consentono di coltivare secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Producono un Cervinago bianco e uno rosso, noi abbiamo assaggiato il rosso.

Il vino ci ha spiazzati! Il vitigno Lacrima di Cassano, che i vignaioli dicono sia sinonimo del Magliocco, ci ha ricordato la Lacrima di Morro d’Alba. Trattasi di un vitigno di origini antichissime che in questi luoghi ha trovato la propria dimora dopo un periodo di abbandono a causa della sua maturazione tardiva; in tempi recenti vignaioli esperti hanno portato alla sua rivalutazione. Profumo vinoso e fruttato con richiami balsamici, tannini delicati e gusto persistente. Ideale con primi di carne o formaggi semistagionati.

Ciavola Nera – Dissidente Rosso – 2018

La storia di Ciavola Nera è una sorta di ritorno alle origini. Dopo quasi vent’anni trascorsi in Liguria, Fabio Lento decide di tornare a San Marco in Calabria ed insieme a due amici, che si occupano di coltivare il fico dottato bianco di Cosenza, comincia a produrre vino.

Agricoltura sinergica che limita al massimo l’intervento meccanizzato in campo. La cooperativa Ciavola Nera può essere annoverata tra i cosiddetti produttori di “vini naturali”, anche se questa definizione non è facilmente decifrabile.

Le uve utilizzate sono esclusivamente autoctone: magliocco, mantonico, guarnaccino, gaglioppo. Il Dissidente Rosso è a base guarnaccino in purezza, coltivato su terreno argilloso e vendemmiato manualmente. Le tecniche di cantina sono ridotte al minimo e di questo il vino ne risente un po’ al naso, che tende verso il selvatico. In bocca invece sembra tutto un altro vino con sentori di frutti rossi e piccole spezie con un finale di liquirizia.

Tenute Ferrari – Granato – IGP Calabria 2019

L’Azienda è situata nel cuore del Pollino tra Frascineto e Castrovillari. Da Michele che ha iniziato l’avventura nel mondo vitivinicolo, il testimone è passato al figlio Costantino che ha ereditato i segreti di un’agricoltura rispettosa, che rende i suoi vini unici e naturalmente biologici. La mission di Costantino è quella del recupero dei vitigni autoctoni delle Terre di Cosenza: Magliocco, Gaglioppo, Greco bianco e Malvasia bianca.

Il Granato è gaglioppo in purezza coltivato a 450m s.l.m. da viti ad alberello. Rosso intenso con riflessi violacei con profumo di sottobosco e spezie, naturalmente differente dal gaglioppo del Cirò. Da abbinare ad arrosti e formaggi a lunga stagionatura.

Abbiamo conosciuto una Calabria moderna e giovane che guarda al futuro con i piedi ben saldi nel presente!

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