GreekWineDay 2024: alla scoperta del vino greco
L'edizione 2024 del GreekWineDay si è confermata l'evento più completo e articolato nel panorama nazionale per riscoprire l'affascinante universo del vino greco, una terra enoica ancora troppo poco conosciuta in Italia. Eppure, la Grecia è stata per noi maestra della coltivazione della vite: è proprio nelle colonie della Magna Grecia che è stato piantato il seme per la prima produzione vinicola italiana.
Per i Greci, come per la maggior parte dei sommelier di oggi, il vino era “divino”, anzi era letteralmente il dono del dio Dioniso agli uomini, e veniva usato per rituali sacri e propiziatori. Certo, il vino dell’antica Grecia non era proprio come il nostro: si producevano per lo più vini dolci, ottenuti da uve passite, che venivano speziati con miele ed altri aromi come timo, menta e cannella. Una delle usanze più diffuse per conservare la sacra bevanda era l’aggiunta di resina di pino, tradizione che si è tramandata nei secoli ed è arrivata fino ai giorni nostri in uno dei prodotti più celebri della Grecia, la Retsina. Infine, sacrilegio alle orecchie di un wine lover, il vino si beveva annacquato, affinché non offuscasse le menti.
Dopo i fasti dell’epoca classica la viticoltura greca ha vissuto periodi altalenanti, fino a un lungo declino determinato dal dominio ottomano. Solo a partire dagli anni '70 del Novecento ha avuto inizio una vera rinascita per la viticoltura greca. Grazie al progresso portato dall’adozione di tecnologie moderne e al contributo di enologi competenti, la Grecia sta riscoprendo e valorizzando le sue varietà autoctone e ponendo un’attenzione crescente allo sviluppo qualitativo del suo vino.
Con i suoi quasi centomila ettari di vigneti e un ventaglio di oltre 300 varietà, questo territorio vanta una grande ricchezza di vitigni autoctoni, le uve internazionali rappresentano solo una minima parte e spesso vengono miscelate con quelle locali.
Fra i vitigni autoctoni a bacca bianca abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio:
- l’Assyrtiko, originario dell’isola di Santorini, dove ancora sono presenti esemplari di viti a piede franco sopravvissute alla fillossera grazie alla presenza delle ceneri vulcaniche nel terreno dell’isola. Un’uva caratterizzata da un’acidità spiccata che la rende adatta all’assemblaggio con altri vitigni, ma anche versatile per l’invecchiamento.
- Il Savatiano ed il Rhoditis, coltivati soprattutto nella Grecia centrale per la loro capacità di resistere alla siccità, questi vitigni spesso utilizzati insieme per la produzione di Retsina.
Tra i vitigni autoctoni a bacca nera troviamo invece:
- l’Agiorgitiko, un vitigno versatile per la produzione di vini rossi e rosati, coltivato in larga parte nella zona del Peloponneso, dove oggi gli è dedicata una denominazione di origine, quella di Nemea
- lo Xynomavro, la cui zona di maggior produzione è la Macedonia, i cui vini aspirano alla nomea di “Barolo della Grecia” per il colore scarico e la grande capacità di invecchiamento;
- il Mavrodaphne, il cui nome significa “alloro nero” per l’aromaticità olfattiva ed il colore scurissimo delle sue uve, questo vitigno viene spesso utilizzato a Patrasso (Peloponneso) per la produzione di un vino rosso dolce lungamente affinato in botte, a volte fortificato e caratterizzato da lieve ossidazione.
L’evento
Per iniziare ad orientarsi tra le varietà di vitigni presenti in Grecia e scoprire le loro molteplici espressioni, quale occasione migliore del GreekWineDay, che mette insieme oltre 100 vini da 20 cantine provenienti da tutta la Grecia?!
I vini sono presentati direttamente dai produttori, sorridenti davanti allo stupore degli avventori che affollano la Sala Michelangelo dove si svolge l’evento. Chi può si sforza di parlare in italiano, chi non sa in inglese e, ogni tanto, si sente intercalare una parola greca che sfugge involontaria nella veemenza del discorso. Li si vede impegnati a descrivere, spiegare a volte a raccontare il proprio vino, che non è solo uva pigiata e imbottigliata, ma un pezzetto della loro Grecia.
Allo stand della cantina Hatzimichalis, incontriamo Panagiotis, suo padre, Dimitris ha iniziato a produrre vino a 19 anni nel giardino di casa sua con i pochi filari che la sua famiglia aveva nell’orto. Oggi, la sua casa vinicola è tra le maggiori della Grecia con una proprietà di ben 220 ettari. Panagiotis presenta con orgoglio i prodotti della sua cantina; se il padre è ancora legato alle tradizioni, lui guarda avanti, oltre i confini della sua terra, ed infatti il suo vino preferito è un Aglianico 100%, una rarità in Grecia, un’ispirazione verso una produzione dal sapore forte ed internazionale.
Christos è l’enologo della cantina Venetsanos, che a Santorini si diverte a sperimentare le mille, più una, sfumature dell’Assyrtiko. Ne assaggiamo una versione maturata in barrique, una macerata e una versione dolce, con appassimento in pianta, invecchiata 12 anni: il famoso Vinsanto di Santorini. Eppure, tra tutte le sfaccettature di questo vitigno, Christos continua a preferire la più semplice: un vino che fa solo acciaio, fresco e semplice com’è lui che è abituato a stare a contatto con la terra della sua Santorini, tra le rocce scure di lava e la polvere vulcanica sospesa nell'aria.
Per la cantina Hatzidakis c’è Stella, è giovane e professionale nel suo tailler grigio con il suo italiano perfetto. Ci presenta i vini che la sua famiglia produce a Santorini ed in particolare lo “Skitali”, un Assystiko 100% con macerazione dei grappoli per 12 ore e invecchiamento prolungato in acciaio sulle fecce fini. È stato Haridimos, il padre di Stella, ad insistere con l’enologo per un lungo riposo sui lieviti, fiducioso nelle capacità del vitigno di rivelarsi adatto all’invecchiamento. Alla morte di Haridimos sono stati Stella ed i suoi fratelli a portare a compimento il progetto del padre, così è nato Skitali che significa “il testimone” perché in questo vino c’è l’eredità del padre che Stella ha raccolto e portato avanti in una tradizione che sembra eterna.
Panagiotis, Christos e Stella sono solo alcuni dei volti del GreekWineDay. Abbiamo assaporato tanti vini diversi ed agni vino corrisponde un volto, ad ogni volto una storia.
Da oltre 2000 anni la Grecia coltiva il vino e da oltre 2000 anni il vino è un mezzo che unisce, che crea convivialità, che permette un contatto tra persone e anche tra culture diverse. Anche oggi, il GreekWineDay ha fatto questo, ci ha portato in un viaggio nel sole della Grecia per arricchirci nella conoscenza enologica, ma soprattutto in quella umana.
Arrivederci all’anno prossimo!
Fiammetta Baldini
Un’esteta, sempre alla ricerca del bello come senso della vita. Perché ogni gesto, seppur piccolo, può essere perfetto e appagare i sensi e l'anima: come assaporare la vita con un calice di buon vino.