3 novembre 2024

Il Brunch e la patata: vita burrascosa di un tubero

Il Brunch e la patata: vita burrascosa di un tubero

Sconosciuta fino alla scoperta dell’America, la sua diffusione è stata fortemente osteggiata e ricca di ostacoli. I contadini non sapevano come coltivarla, né come mangiarla, cruda non era piacevole. Inoltre un tubero che cresce sottoterra veniva visto come un frutto del diavolo.

La scienza poi ci mette il suo zampino, medici italiani e francesi diffondono la fake news: la patata diffonde la lebbra. Le popolazioni del nord Europa se ne infischiano e, vista la facile produzione e il basso costo, ne fanno la base della loro alimentazione.

Una piccola isola, l’Irlanda, si nutre praticamente di sole patate. Fino a che nella seconda metà dell’800 la peronospora distrugge i raccolti per vari anni consecutivi. È il periodo della grande carestia irlandese e delle grandi migrazioni verso l’America. La gente moriva letteralmente di fame, chi poteva fuggiva.

Breve storia dell’umanità attraverso la patata.

Ma veniamo a noi, le patate sono un alimento molto apprezzato e versatile in cucina. Quella che vi propongo oggi è una versione da utilizzare per un Brunch o Brunc(è) come direbbero a Firenze.

Domenica, la sveglia non suona, ci si alza tardi ma senza sensi di colpa.

Lo stretching pigro nel letto è rilassante.

Iniziano i primi rituali, Il caffè con qualche biscotto è più che sufficiente. Non è orario per una colazione vera e propria.

Si aprono le persiane, entra una luce grigia, è nuvoloso. Si tirano su lenzuola e piumini per arieggiare, la temperatura comunque è mite.

  • Cosa facciamo per pranzo?
  • Non è che mi faresti una sorpresa con una delle tue magie culinarie?

Ha detto magie, nooo, allora è vero, la mia cucina non è la solita sbobba e vuol dire che sono autorizzato a sbizzarrire la fantasia.

Ci penso un po', apro il frigorifero, guardo in dispensa, un’occhiata in cantina e l’idea si materializza. Una ricetta adeguata a un Brunch, ma qui ormai è mezzogiorno, sarà pronto per l’una, quindi è adeguata per pranzo.

Patate, uova e salmone affumicato

Ingredienti semplici che tutti abbiamo sempre a portata di mano.

Una patata a testa, una bella patata, non necessariamente quelle dei presidi Slow Food rosse di Cetica o quelle della Garfagnana.

Vanno lavate e pulite in maniera certosina, per eliminare qualunque residuo di terra, si asciugano con carta assorbente

Si taglia la calotta superiore nel senso della lunghezza e con un coltellino si svuota, cercando di mantenere intatte le pareti. Le rifiniture si possono fare con un cucchiaino.

Si spennella di olio di oliva, sia l’interno che l’esterno, si sala si pepa e si cosparge con un trito fine di rosmarino.

Si chiudono le patate all’interno di un foglio di allumino e si mandano in forno a 200° per un’ora circa.

Trascorsa l’ora, si tolgono dal forno, si apre il cartoccio, prestando attenzione alla fuoriuscita di vapore, e delicatamente si apre un uovo nell’incavo che abbiamo creato. Sale pepe e di nuovo in forno, con l’involucro di alluminio aperto per 5-7 minuti a seconda della consistenza che vogliamo dare all’uovo.

Siamo pronti per sfornare e impiattare, le patate devono risultare bollenti, con le fettine di salmone affumicato distribuite nel piatto, il tutto spolverato con erba cipollina tritata.

Si accompagna con delle fettine di pane leggermente tostato.

Un piatto fantastico, equilibrato dal punto di vista nutrizionale.

Ben bilanciato nel contrasto caldo-freddo e sapido-tendenzialmente dolce.

Ultima cosa: sembra poco ma non ci si fa mangiarne più di una e se ne può fare un piatto unico.

È ora di pranzo e ci possiamo permettere un bel calice di vino. Con un vermentino Colli di Luni DOC è perfetto, ma va benissimo anche un Verdicchio Castelli di Jesi DOC. Si chiacchiera si ride, fuori è sempre più grigio e inizia a pioviscolare.

Vincenzo Guarnaccia
Vincenzo Guarnaccia

Cardiologo nella vita.
Una grande passione per la cucina e il vino.
Un’altra nel cassetto: “raccontare storie".

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