21 giugno 2019

Orcia DOC: la bellezza del paesaggio attraverso i suoi vini

Orcia DOC: la bellezza del paesaggio attraverso i suoi vini

ORCIA DOC: LA BELLEZZA DEL PAESAGGIO ATTRAVERSO I SUOI VINI

Ormai un save the date mensile quello che riunisce i sommelier Fisar di Firenze e Leonardo Romanelli per “Le Delizie di Leonardo” (tra l’altro eventi a prezzo speciale per i soci Fisar, che fa sempre piacere) 

A giugno protagonista è stata la Val d’Orcia, con i vini della sua DOC. Dal 2004 inserita nei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO come paesaggio culturale, con le sue alte colline e le sue rocche, combinazione perfetta di arte e natura, spazio geografico ed ecosistema, la Val d’Orcia è un esempio splendido dell’idea rinascimentale di modellazione armoniosa del paesaggio ed è al contempo ispirazione e specchio della grande tradizione pittorica dei Maestri Senesi.

Sperimentazioni e crescita

Tra i sette produttori presenti alla serata, Donatella Cinelli Colombini, presidente del Consorzio Orcia DOC, si fa portavoce dei suoi colleghi vignaioli e ci racconta di un paesaggio antico, un territorio vocato per la viticoltura, ma che, incuneato tra Montalcino e Montepulciano, è rimasto a lungo in ombra, oscurato dal prestigio enologico delle due “sorelle”. Solo nel 2000 è arrivato il riconoscimento della denominazione; ancora pochi i produttori riuniti nel Consorzio - per lo più con tenute di pochi ettari - e limitata la produzione annua, 330.000 bottiglie. Ma proprio perché il riconoscimento è recente, c’è voglia e margine per sperimentare e per crescere, Chi ha scelto di restare e curare queste terre, un tempo neanche troppo lontano abbandonate in cerca di una vita meno grama, ha scelto anche di resistere alle lusinghe milionarie di tycoon da ogni parte del mondo, bramosi di possedere almeno un tassello di questo straordinario mosaico naturale. Benedetto da una bellezza nitida e quasi astratta, il territorio trova nel flusso costante e cospicuo del turismo un grande veicolo di comunicazione anche per i propri vini. Citando le parole appena pronunciate da D. Cinelli Colombini: «l’export del vino in Val d’Orcia si fa aprendo le porte delle cantine…»
Il vigneto è dominato dal Sangiovese, presente fino al 60% nell’Orcia Rosso e preponderante (min.90%) nell’Orcia Sangiovese. Da disciplinare sono previsti anche un bianco, un rosato e un vinsanto, ancora in fieri l’elaborazione dello spumante. Vediamo allora, coinvolti dall’energia di Leonardo, le sette espressioni di questo vitigno, i nostri sommelier hanno già iniziato la loro aggraziata coreografia.

I vini in degustazione

Cominciamo con Troccolone 2018 Orcia Sangiovese DOC Marco Capitoni: Sono le colline intorno a Pienza l’habitat di questo Sangiovese in purezza, da una parcella vinificata separatamente per la ricchezza in profumi e la freschezza di beva. L’utilizzo di giare in terracotta non trattata per la fermentazione e l’evoluzione del vino riflette l’intento di valorizzare le caratteristiche originarie delle uve. Rubino non fitto di pigmento - la scelta è di non eccedere in estrazione - naso piacevolmente vinoso, preponderanza di frutti neri freschi, con un accenno di salvia. In bocca spina acida vibrante e tannino leggero, per un vino di piena bevibilità. 
Orcia Rosso 2017 Orcia Sangiovese DOC Sassodisole: Sangiovese Grosso 100%, dalle viti più giovani coltivate nel Parco UNESCO della Val d’Orcia, nel comune di Montalcino. Affinato in botti grandi di rovere di Slavonia per cinque mesi. Vino di un’annata che qui è stata equilibrata, è color rubino che sfuma in porpora, al naso note terrose e di piccoli frutti neri maturi, erbe aromatiche e pepe, sorso piacevolmente sapido, complemento di un’acidità netta ma in equilibrio col tannino ben presente. Struttura e piacevolezza di beva felicemente insieme. 
Cenerentola 2016 Orcia DOC Donatella Cinelli Colombini: La Fattoria del Colle, a Trequanda, produce il suo Orcia DOC con pari percentuali di Sangiovese e Foglia Tonda, rarissimo autoctono, molto produttivo, abbandonato per oltre un secolo a causa delle difficoltà di maturazione, quando non si praticava il diradamento; dedicando attenzione alle viti e riducendo il numero di grappoli, questi oggi arrivano in cantina a perfetta maturazione. Troppo potente per una vinificazione in purezza, il Foglia Tonda è un ottimo compagno del Sangiovese e viene prodotto solo nelle annate migliori. Calice rosso porpora, sentori balsamici in apertura, seguiti da frutti neri e ciliegia, avvolgente in bocca, di struttura e con tannino deciso, ma bilanciato da una freschezza che promette un lungo futuro. 
Il Tocco 2015 Orcia DOC Cantina Campotondo, proviene da Campiglia d’Orcia, alle pendici del Monte Amiata, ad un’altitudine di 550 mt. Campotondo è un’azienda giovane, i primi vigneti sono stati impiantati nel 2000. Viste le altezze e le escursioni termiche, oltre a Sangiovese e Colorino la famiglia ha deciso di produrre anche uno Chardonnay, peccato non assaggiarlo stasera…Le uve del Tocco provengono da un singolo vigneto ad alberello, 90% Sangiovese e saldo di Colorino. Vinificazione in acciaio, preceduta da criomacerazione prefermentativa per ottenere maggiore intensità di colore, maturazione per ventiquattro mesi in barrique e tonneaux di rovere francese, altri sei mesi in bottiglia. Rubino intenso, sentori di cannella e vaniglia che impreziosiscono la prugna matura e la ciliegia, chiusura balsamica canforata. Freschezza calibrata, accompagnata da corpo e tannini sottili. 
Miraggio 2015 Orcia DOC Azienda Bagnaia: Siamo a San Quirico d’Orcia, dove Bagnaia è azienda agricola e agriturismo. Il suo è un Sangiovese in purezza da vendemmia manuale, vinificato in acciaio, con fermentazioni assistite; sosta di trenta mesi in tonneaux di rovere di Slavonia e a seguire ulteriori dodici mesi ad affinare in bottiglia. Granato intenso, naso con richiami floreali di viola, lieve nota ematica, frutti rossi e tocchi di spezie dolci; bocca con tannini smussati e acidità attiva, bella la persistenza. 
Sesterzio 2015 Orcia Sangiovese DOC Poggio Grande: 100% Sangiovese Grosso, cru aziendale dal vigneto più alto, ci troviamo a Ripa d’Orcia. Vendemmia manuale e vinificazione in acciaio, maturazione di almeno ventiquattro mesi in tonneaux e barrique di secondo passaggio, poi sei mesi di affinamento in bottiglia. Rubino chiaro, profumi di tabacco e cuoio, seguiti da frutti neri maturi e chiodi di garofano. Bocca succosa, acidità in armonia coi tannini fitti e levigati, finale lungo e che richiama il bicchiere; un vino godibile già adesso, ma che si annuncia longevo. 
Chiudiamo con Ripario 2011 Orcia Sangiovese DOC Valdorcia Terre Senesi: solo Sangiovese, da coltivazione biologica in quel di Castiglione d’Orcia, vendemmia a mano e selezione delle uve; fermentazione in acciaio e affinamento in barrique di rovere di secondo passaggio e di varie tostature. Rubino con riflessi aranciati, dominanti i terziari, con note terrose e animali, fiori secchi, frutti neri in confettura. Sorso avvolgente e di volume, con bella struttura e persistenza.

Riflessioni a tavola sparecchiata

Altro bel tassello da aggiungere al nostro personalissimo puzzle dell’utopia, ovvero la conoscenza completa dell’universo vino. Chimera, lo sappiamo bene, ma niente può frenarci nella nostra monomania di continuare ad assaggiare a destra e a manca, di dissipare patrimoni in acquisti on line e in loco, di visitare cantine torturando di domande i vignaioli, di leggere libri ormai quasi solo sul vino, di scambiarci pareri e consigli tra noi come le figurine a scuola, di pianificare le vacanze di una famiglia intera in zone dove la vite ha attecchito e si spera pure in profondità…ecco, siamo proprio così, non si può far diversamente e questo ci rende felici, un bel po’!

Mariella De Francesco
Mariella De Francesco
Fiorentina di nascita, mamma friulana e papà napoletano, entrambi astemi, il solo alcol presente in casa nostra è sempre stato quello rosa per disinfettare. Scopro the bright side of the moon intorno ai trent’anni e da allora è cominciata la festa. Traduco di tutto, ma dalle 19:00 in poi ho un calice in mano al posto del mouse.

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