8 gennaio 2016

L'evoluzione della specie (e poi dite che non ve lo avevo detto)

L'evoluzione della specie (di bevitori)

Antefatto (l'origine della specie)

Il ricordo che ho del vino da piccolo è un fiasco impagliato con su un gallo nero o un piccolo putto rosa, e la paglia del fiasco che mi divertivo a sfilacciare con la forchetta mentre volavano scappellotti e rimproveri a non farlo. Poi per anni abbandonato a se stesso, sostituito da grandi birre (grandi non è un attributo di qualità) durante l'adolescenza e recuperato in modo informale successivamente.
Qualche gita in Chianti a vedere le cantine aperte, belle cene tra Bolgheri e Suvereto quando ancora il Cabernet Sauvignon e il merlot erano vini da pasto in trattoria che accompagnavano meravigliose pappardelle al cinghiale. Rosso di Montepulciano con gli amici di Piombino, all'osteria del porto, insieme all'Aleatico dell'Elba sia secco che passito. Poi gli anni dei Supertuscan quando era più facile allontanarsi dal vino che esserne affascinati. Non ho mai capito a chi realmente fossero piaciuti quei vini che sapevano tanto di botte, di legno e diventavano tutti tragicamente uguali.

Homus Erectus

Poi cresci ancora e scopri il Gewürztraminer, il nettare degli dei, così strano e così ammaliante mentre decidi fiero che lo spumante adatto per il millefoglie è sicuramente un bel Brut, anzi meglio un extra brut, perché degli spumanti dolci l'unica conoscenza che hai è il PIP ,una sorta di succo di mele con le bolle, che vendono al supermercato o l'Asti spumante che però così dolce viene relegato al ruolo di “spumante da donna”. Stavo quasi per dimenticare del Lambrusco Reggiano dello zio Mauro, preso sfuso alla cantina sociale e imbottigliato che puntualmente faceva letteralmente esplodere il collo delle bottiglie a fine primavera, inizio estate, buono, dolcino e fruttato.
Avanti così per anni e anni, dove però si consolida il gusto per i vini toscani di qualità dai Chianti ai Brunello ai vari mangia-e-bevi della costa. Il vino era fondamentalmente la Toscana, tanto sfuso, e niente più, tutto il resto si esisteva ma in maniera molto marginale finché un bel giorno …..

Nel mezzo del cammin di nostra vita… (prima evoluzione)

mi ritrovai a decidere di dare una svolta alle mie conoscenze enologiche, ma sì un bel corso per sommelier, saldamente convinto che non avrei mai esercitato la nobile attività ma solo attinto al calice del sapere di origini antiche. Dalla prima lezione in poi, come se i relatori fossero stati i vati premonitori di antichi segreti, la vita del bevitore cambia in direzione molto più edonistica di figo degustatore, inizi a girare accompagnato dal cavatappi, smetti di acquistare vino sfuso, ti interessi alle fasi vegetative della vite, ai sovesci fatti col favino, alle tecniche di cantina e a quel diavolo della solforosa, dei cavalli sudati, pipi di gatto e cartone bagnato, un inferno divertente fatto di enologia, viticoltura, birre, distillati, legislazione,......e il vino ? Quasi quasi smetto pensavo, ma poi testardo come un mulo, no! In fondo mi piace e mi appassiona, un sacco di gente giovane, allegra, divertente, conviviale. (ancora non sapevo che da li a poco l'influenza negativa di loschi figuri come Samuele e Lorenzo mi avrebbero cambiato la vita, il lato oscuro della FISAR). Nel frattempo il vino sfuso è sparito, bandito con disprezzo dalla tavola, solo bordolesi o borgognone, e le prime vittime illustri sono il Gewürztraminer e gli spumanti brut banditi entrambi.

E quindi uscimmo a riveder le stelle... (seconda evoluzione)

Per correr miglior acque alza le vele ormai la navicella del mio ingegno...
Si inizia presto il secondo livello, prima lezione Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, relatore Marinella Bozzola, si parte alle 21,00 e si termina alle 01,30 tra sentori di viola, prugna, tabacco, vaniglia, sottobosco, foglia di the, legni vari e chi più ne ha più ne metta. Solo un testardo come me dopo un attimo di sconforto poteva trovare la forza di motivare ancora la partecipazione (e poi avevo già pagato tutto il corso). Il secondo livello è tosto, enografia a 360°, tanta Italia, Francia, Europa, Mondo, universo e oltre (cit. Buzz Lightyear).
E' fondamentale perché eleva la cultura del vino e si passa dall'essere bianco rosato o rosso, buono o cattivo, a cercare di comprendere come una cosa che si chiama Terroir non sia l'ultimo film di Dario Argento ma l'insieme di tutte quelle cose che influenzano l'essenza del vino. Io e lo studio mnemonico abbiamo sempre litigato, fin da piccolo............ma chi me lo ha fatto fare pensavo (74 DOCG e 330 DOC solo in Italia, 41 di entrambi solo nel Veneto)? E invece ci si diverte e ci si appassiona, le amicizie del primo livello si rafforzano e arrivano nuovi personaggi che da lì a breve diventeranno parte della mia vita. Da lì in avanti Martin vincerà ogni premio di ogni lotteria, bevendo a sbafo tutti gli ottimi vini che Fisar mette a disposizione di chi partecipa alle fantastiche cene degli auguri di Natale. E il vino?? Dopo aver scoperto Franciacorta e Champagne, Borgogna e Bordeaux e perfino Sud Africa e nuova Zelanda dove il tenebroso Giampaolo ci svela il terzo segreto di Fatima, il Cloudy Bay, volete continuare a bere come prima? Rossi di corpo e grande struttura, Champagne e bianchi neozelandesi hanno segnato questo periodo.

L'incontro con la Schiava e il suo colore ammaliante o con il Pinot Nero che è una cosa che ti segna per sempre, da vino incomprensibile, leggero e inconsistente a esempio fulgido di magnifica eleganza, la storia del brutto anatroccolo che si concretizza in un bicchiere.  Il gusto inizia ad affinarsi e oltre al concetto di buono di cui parlavo prima si cerca di comprendere e identificare le cose all'interno del Terroir (...pauraaaa). Nella valigetta del bravo sommelier è apparso nel frattempo un termometro e quindi anche le armi si affinano.
La vita sta cambiando e si percorre un lungo cammino oramai costellato di tante degustazioni ed eventi enogastronomici alla scoperta del Sacro Gral....puro e disposto a salire a le stelle.

L'incontro... (terza evoluzione)

La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove.
Non sto parlando di Lui, come faceva Dante, ma di lui, il Direttore con la D maiuscola, Samuele!
Una folgorazione che ti cambia la vita, una mail dopo l'altra, un abbinamento dopo l'altro, uno scherzo dopo l'altro il sommelier che c'è in me si forma e cresce bene, allegro, attento, sempre più conviviale e sempre più capace di sorprendere gli amici con meravigliosi abbinamenti tra cibo e vino, un magico Gandalf che studia i metodi per abbinare con maestria piatti improbabili, Sacher torte con Barolo Chinato, risotto ai funghi porcini e code di scampi con Sauvignon Blanc, spaghetti alle vongole veraci e Lugana, e soprattutto la torta con le nocciole e il Loazzolo. Samuele lotta impavido che le mail che lo attanagliano da ogni dove, mie di Martin, di Serena e di Veronica, una lotta impari da affrontare senza paura e è li che capisci che passerai tutte le vacanze di natale a studiare sul letto con tua figlia e tua moglie che ti massacrano di domande a cui prontamente rispondi sulle DOCG del Veneto. Oramai ruoti anche l'acqua minerale nel bicchiere, cerchi le sfumature più profonde in ogni abbinamento compreso il cappuccino con la brioche. Una tragedia! Inizi a comprare vini in modo compulsivo con la scusa di prepararti all'esame e prima di sederti a tavola stappi, servi la consorte (la signora autorevole a disposizione) e degusti rigorosamente seguendo in sequenza i passaggi della scheda FISAR: un pazzo! E Samuele? sempre lì pronto ad incitarti o a massacrarti col sorriso.. Qualcosa in fondo mi ha attaccato perché non ho mai scritto così tanto.

...l'amor che move il sole e l'altre stelle.

Non sto facendo coming out, è solo l'epilogo di un viaggio che negli ultimi 3 anni ha cambiato la vita mia e dei miei cari costretti a sopportare i ritmi legati da questa passione che ha assorbito un parte importante di vita quotidiana, del portafoglio e finanche alla scelta di dove fare le ferie.

E il vino...?

Oramai è solo Champagne, si esistono anche gli altri vini e ci si gode, ma lo champagne e sempre lo champagne e pensare che non mi piaceva! Vero Monica???

Aldo Mussio
Aldo Mussio

Wine Lover and Champagne addicted. Da tutta la vita si destreggia e sopravvive tra hardware e software di tutte le specie, che sono poi la sua vita imprenditoriale. Ha trovato rifugio nel mondo del vino in tutte le sue declinazioni ludiche e si distrae in vari ambienti “social”.

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