9 febbraio 2016

Uccelliera, un sabato a Montalcino

É dal Vinitaly che lo volevo!

È​ dal Vinitaly che lo volevo! (cit. Monica)

Ovvero ogni scusa è buona per andare all' Uccelliera!

Si parte

Una gita a Montalcino improvvisata, una telefonata ad Andrea Cortonesi che come sempre gentilissimo è disponibile e sabato mattina si parte. L'opportunità è quella di sentire le nuove uscite, 2011 e riserva 2010 e prendere qualche bottiglia tra cui il Costabate 2010 che agogno fin dallo scorso Vinitaly quando Andrea lo tirò fuori da sotto il banco come un tesoro prezioso che folgorò me e Monica.
Il tempo non è bello ma non piove e questo ci basta, tanto passeremo la giornata in cantina con Andrea e i suoi racconti.

Andrea Cortonesi

Andrea è una persona diversa da molti altri che fanno il vino, fuori dalle logiche comuni, una persona genuina che vive le sue vigne e la sua cantina insieme alla sua famiglia, con la passione che gli viene dalla sue origini contadine di cui a ragione va fiero. Una persona semplice ma arguta, ed estremamente capace di valorizzare con grandissima professionalità nel vino e nell'ottimo olio tutto il suo lavoro.

Terroir e oltre

Il podere è a Castelnuovo dell'Abate a sud est di Montalcino, a due passi dalla stupenda abbazia di Sant'Antimo. Comprende 6 ha di vigneto divisi in tre vigne a tre altezze diverse dai 250 mt ai circa 500 mt s.l.m. Terreni diversi che mantengono argilla come base ma si mischiano in alcuni casi a galestro, in altri a terreni di origine vulcanica per finire con calcari marini, terreni che danno caratteristiche diverse all'uva, da valorizzare prima in vigna e poi in cantina.

La produzione è classica, Brunello di Montalcino anche nella versione riserva per le annate che Andrea reputa adatte, un Rosso di Montalcino strepitoso, un IGT, il Rapace, di buona fattura, e un vino degli angeli, sempre IGT, che Andrea produce solo in magnum, solo nelle migliori annate e in quantità estremamente limitata di 600 bottiglie, il Costabate, fatto da un terzo ciascuno delle uve dei tre vigneti e oggetto del mio desiderio.

La grandezza di Andrea aldilà dell'ottimo vino è la cordialità e la disponibilità a condividere volentieri i racconti del suo lavoro perché ci tiene più di ogni altra cosa a far capire come si produce il vino e come si ottengono determinati risultati a partire dalla terra che dona in una vigna acini più grandi ma con buccia più sottile, ricchi di profumi, di acidità ma con poco estratto e pochi tannini e con grande mineralità, per passare alle argille della vigna più bassa che invece donano chicchi più piccoli ma con buccia più spessa dove i tannini maturano bene e l'estratto è grande come pure la struttura. Via via il racconto si svolge con piacere e inizi a capire che quelle parole non sono autocelebrative ma l'indice di un discorso che alla fine della giornata ti avrà portato a capire perché quello che hai nel bicchiere è esattamente così come lo senti e come lo vedi nelle parole di chi te lo sta raccontando.

All'uccelliera non degusti del vino ma parli della vita di chi lo produce, il vino appunto

Dalla vigna si passa in cantina, acciaio di piccole dimensioni perché le uve proveniente da ogni vigna sono vinificate separatamente per conservare e esaltare le proprie caratteristiche organolettiche, solo lieviti indigeni oramai da tantissimi anni, e dall'acciaio i vini passano per la maggior parte in botti di rovere di Slavonia e per ciascuna botte anche in barrique di alta qualità di rovere francese (ne ha appena ordinate 50 nuove per i suoi vini). Cosi iniziano gli assaggi con un rosso 2014 per capire cosa ti aspetta andando subito alle botti grandi del Brunello, dal 2014, annata non facile ma che ha le sue caratteristiche di freschezza e profumi e ciascuna vigna sembra fatta apposta per contribuire a donare quello che manca alle altre, fresca e profumata una, con struttura più evidente, speziatura e tannini l'altra. Una delle caratteristiche dei vini di Andrea è l'uso veramente basso di solforosa che si limita solo alla prima fase della fermentazione per poi andare in imbottigliamento senza superare i 40g/l.


La domanda mi nasce spontanea, fermo restando l'ottimo risultato organolettico dei vini, come si comportano però nel tempo imbottigliando con una solforosa così bassa? Mi spiega che non è tanto la solforosa più o meno alta che limita la durata del vino quanto la filtrazione che in Uccelliera non viene fatta perché un vino è fatto con l'uva e se si toglie la sostanza dell'uva si perde dell'unicità del prodotto, probabilmente a discapito della vita. Ho sentito più di una persona criticare questi vini per la scarsa longevità, ma dove sta scritto che ce li dobbiamo bere per forza tra vent'anni? I vini dell' Uccelliera si bevono con grande soddisfazione anche giovani, ricchi di frutto, di spezie, della terra su cui nascono e di tannini finissimi, setosi, lavorati magistralmente, con un grandissimo carattere da subito.

Degustare dalle botti non è come farlo dalla bottiglia

La degustazione va avanti con i campioni di botte, vigna singola che poi viene mescolata nel bicchiere sempre da botte con le altre vigne, come un barman che miscela sapientemente gli ingredienti del suo cocktail, e ti fa capire bene come ciascuna concorra con le altre ad ottenere un grande risultato. Il frutto tipico, le spezie, il legno che si integra ed ammorbidisce il tannino già buono grazie a un attenta selezione delle uve fatte in vigna. "Il chicco si deve assaggiare masticando prima la buccia, poi la polpa, poi il vinacciolo e infine tutto insieme e solo così si riesce ad apprezzare la maturazione" questa è la base della sua filosofia.

Non solo vino

Il tempo passa, e dalle botti 2014, 2013, 2012 si passa alle bottiglie, 2011, 2010, 2009, 2008, anche la riserva, 2007, "…se volete andiamo avanti", ci dice sorridendo. E mentre continua a servire le sue annate sfodera il Jolly, la bruschetta col suo olio nuovo! In quattro facciamo sparire 1 kg di pane e non so quanto olio in men che non si dica, discutendo in allegria e degustando i suoi ottimi vini.

Col 2007 ci si rende conto che siamo a un prodotto maturo, ma se fate bene i conti stiamo parlando di 8 anni, quasi 9, ancora in ottima forma, tanto da farsi apprezzare (grande annata la 2007) da tutti.

Sono le 4 del pomeriggio e ancora parliamo di terreni, di uva, di cantina e di vino, ancora sorseggiamo Brunello e mangiamo bruschetta e "rischiamo" seriamente di rimanere per cena vista la grande ospitalità. Si finisce con qualche acquisto di valore, che tanto tra qualche mese di sicuro ripassiamo da quà per un saluto e magari ci portiamo via un po di questo stupendo Rosso di Montalcino da bere subito, tutti i giorni.

A presto Andrea, e grazie per raccontarci la tua vita!

Aldo Mussio
Aldo Mussio

Wine Lover and Champagne addicted. Da tutta la vita si destreggia e sopravvive tra hardware e software di tutte le specie, che sono poi la sua vita imprenditoriale. Ha trovato rifugio nel mondo del vino in tutte le sue declinazioni ludiche e si distrae in vari ambienti “social”.

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