Brut, Extra Brut, Pas Dosé: non è più una questione di zucchero

“Marco, ti ricordi che avevamo fissato la riunione Lunedì 23 alle 17:00?”
“Si certo Lorenzo, me l’ero segnata in agenda”
“Guarda leggo ora su Facebook che c’è il Festival del Franciacorta a Firenze con un seminario sui lunghi affinamenti e il pas dosé”
"Ok riunione rimandata, prenota un posto anche per me!”
Più o meno è andata in questo modo la decisione repentina di partecipare all’evento. Dopo qualche difficoltà per l’iscrizione al seminario “Il valore del lungo affinamento” (sembrava che non potessi risultare come “operatore” ma poi sono stato accettato) aspetto con ansia una settimana che arrivi l’evento che porta in città un banco di assaggio con ben 40 produttori di Franciacorta
Dopo la partecipazione al seminario sopracitato condotta dal fiorentinissimo Miglior Sommelier AIS Andrea Galanti decido di avventurarmi tra i banchi dove erano presenti i produttori alla ricerca di assaggi inediti, ovvero produttori che non ho mai avuto l’occasione di provare.
Al banco della prima azienda mi viene presentato il brut con 4 gr/l di residuo zuccherino, esattamente lo stesso dosaggio dell’extra brut della stessa azienda, aggrotto le sopracciglia e proseguo
Continuo gli assaggi con qualche dubbio in testa mentre cerco di ripassare a memoria la tabella dei dosaggi:
Brut nature, pas dosé, dosaggio zero | zucchero inferiore a 3 g/l e comunque senza aggiunta di zuccheri dopo la seconda fermentazione |
Extra brut | zucchero fra 0 e 6 g/l |
Brut | zucchero inferiore a 12 g/l |
Extra dry, extra sec | zucchero fra 12 e 17 g/l |
Dry, sec | zucchero fra 17 e 32 g/l |
Demi-sec, medium dry | zucchero fra 32 e 50 g/l |
Dolce | zucchero superiore a 50 g/l |
Mi muovo al banco di un’altra azienda, anche qui sia per il brut che per il nature il dosaggio è identico: addirittura 0 g/l. Qui provo a sollevare la questione:
“Mi scusi ma come mai se a tutti glie effetti il brut che producete è 0 g/l di residuo zuccherino non non lo classificate come nature o pas dosè”
“Per la classificazione il brut deve essere inferiore ai 12 g/l e 0 è a tutti gli effetti un valore minore di 12, quindi la classificazione è consentita”
Beh, il discorso non fa una piega, ma…
Proviamo a parlare con un altro produttore, anche lui propone un brut con un residuo di 6 g/l, potrebbe essere classificato quindi come un extra brut, “come mai lo avete classificato come brut?” chiedo nuovamente
“Perchè questo è il prodotto base dell’azienda, quindi lo classifichiamo brut, come fanno tutti gli altri!”
Brut, extra brut, pas dosè i nuovi indici di qualità
Insomma ecco per me svelato il segreto di pulcinella, è ovvio che sempre una migliore attenzione alla qualità del prodotto spumante si traduce in una riduzione dei dosaggi nel corso del tempo che vanno a collocarsi tutti nella fascia bassa della classificazione.
A questo punto la differenziazione tra brut, extra brut e pas dosé diventa una sorta di indice qualitativo dei prodotti aziendali dove il brut è il prodotto di base (qualunque sia il suo dosaggio reale) e poi il pas dosé o il nature sono il prodotto di punta,
Gli Assaggi
Al di là della questione sollevata sul dosaggio degli spumanti franciacortini ecco alcuni assaggi (dei pochi effettuati) che mi hanno più colpito positivamente
Lantieri
Il Brut è un vino trasversale otimo per un buffet di aperitivi, mediamente complesso al naso ma piacevole con una beva quasi masticabile e una sensazione citrica accompagnata da una bella sapidità. Il Millesimato 2010 è più austero al naso con una mineralità più spiccata. In bocca si fa ancora più interessante, potente e avvolgente.
Il Mosnel
Vabbè, è vero ho una particolare predilezione per questa cantina, certo che il Pas Dosè Riserva “QDE” 2007 degustato al seminario non mi spinge a cambiare idea. Perlage elegantissimo con profumi di agrumi, fiori bianchi e note minerali che si integrano a sentori di pasticceria. Ricco, cremoso e avvolgente (timbro di fabbrica del produttore IMHO) con sorso lungo. E sapido!
Corte Fusia
Una realtà che non conoscevo e che mi ha colpito molto positivamente, tutti gli spumanti sono senza dosaggio e con la malolattica non svolta.
Il Brut denota una complessità aromatica interessante per essere un prodotto “di base”, con un sorso caldo e muscoloso ma ben bilanciato dalla sapidità. Bello.
Il Satèn è fine e molto elegante al naso ma allo stesso tempo intenso e deciso. In bocca è ampio con grinta e carattere apprezzabili per la categoria. Anche qui grande e piacevole sapidità.
Lorenzo Sieni
Da sempre appassionato di vino anche se ci capisce il giusto, motivo per cui è sempre stato relegato a ruoli amministrativi anzichè tecnici. Imprenditore nel campo delle nuove tecnologie, ma nel finesettimana si destreggia tra vigna e cantina nella piccola azienda di famiglia.
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