Slow wine, Slow food & Fisar: il trio perfetto.

Potrebbe veramente essere un concerto l'evento 100 cene per Slow Wine che inaugura la stagione al bistrot da Bobo al Castello dell'Acciaiolo e che si svolge contemporaneamente in tutta Italia.
Un concerto in cui i deliziosi piatti "orchestrati" dallo chef Paolo Leonelli e i 5 vini premiati dalla guida Slow Wine 2016 "suonati" dai sommelier Fisar, si esibiscono per l'assoluto piacere dei nostri palati sempre predisposti a tale musica.
Ouverture
Renata Pizzulin Friuli Isonzo Bianco Teolis 2013 (Grande Vino nella guida Slow wine)
L'occhio attento di Giovanni Liguoro segue Francesca, Daniela, Paolo e Alessandro nella mescita di questo Sauvignon, creato da Renata Pizzulin che, con il marito Alberto, si occupa dal 2009 dei loro 2 ettari a Moraro, in provincia di Gorizia. Di fronte a me alcuni ragazzi che frequentano il I livello del corso sommelier Fisar estraggono dalla loro valigetta il quaderno delle schede di degustazione che cominciano, diligentemente, a compilare; bravi! Fiori bianchi e frutta gialla vengono elencati, ma la tanto caratteristica "pipì di gatto", eufemisticamente detta “foglia di pomodoro”, che alle volte è fin troppo presente nei Sauvignon, è appena accennata, sarà perché smorzata dal sentore di vaniglia che denota l'impiego di piccole botti nell'invecchiamento. Elegante e croccante al palato, dove freschezza e una spiccata mineralità ci preparano alle note del Bianco e Nero di baccalà con Gobbo.
Oh, non posso non socchiudere gli occhi e pensare alle mie origini e a quella ricetta veneziana in cui il baccalà viene sbattuto dalla frusta per almeno un quarto d'ora, mentre l'olio cola a filo piano piano, finché non si forma questa deliziosa mousse spumeggiante che qui, come un isolotto, sorge in mezzo ad un mare verde smeraldo di crema di erbette. Il gusto leggermente amarognolo del gobbo (cardo) ci sta d'incanto. Buonissimo. Ma l'abbinamento perfetto a questa entrée, a mio avviso, arriva dalle colline marchigiane e precisamente da Busche, nel territorio di Montecarotto, eccolo:
Umani Ronchi Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne 2013
Intriganti profumi di ginestra, camomilla, pesca e menta fresca si confermano al palato, dove una spiccata acidità è bilanciata dalla morbidezza. La sua grande freschezza fa da perfetto contrasto ad un'elevata alcolicità, del genere: 14,5 gradi e non sentirli. Ce ne fosse rimasto nel bicchiere, ripescherei volentieri un po' di quel Sauvignon friulano, che abbinerei molto bene a questa suite di Risotto rosso, calotta di parmigiano e balsamico ma, prima che possa rimpiangerlo, ecco che arriva pronto, dalle terre infuocate della Sicilia, il Morgante Sicilia Nero d’Avola Morgante 2013 (Vino Quotidiano per la guida Slow wine) Ciliegia, ribes in confettura e spezie dolci contrastano la sapidità del parmigiano e se la giocano ad accordarsi alla dolcezza e ad esaltare l'acidità del balsamico. Sauvignon dimenticato. Entriamo in piena sinfonia ora con un tripudio di sapori emanati dalla Guanciola brasata con ritorno del Gobbo. La carne si scioglie letteralmente in bocca e chiama a gran voce un degno abbinamento che ci arriva da un favoloso binomio in questa sequenza (a dire il vero si chiamava a gran voce anche il mitico Mauro Bagni per il bis).
Plantamura Gioia del Colle Primitivo Etichetta Nera 2013 (Grande Vino Slow wine) seguito da Marco e Vittorio Adriano Barbaresco Basarin 2011. Il Primitivo, proveniente da due piccoli vigneti delle colline gioiesi, ha profumi floreali ma anche di piccoli frutti rossi, con tratti speziati che ricordano caffè e tabacco. In bocca sensazioni di cioccolato e accenni finali di lieve e piacevole sapidità.
Colore rosso granato intenso e profumo di violetta e rosa canina con sentori di spezie, liquirizia e confettura per il Barbaresco dei fratelli Adriano. Sapore asciutto, gradevolmente tannico e armonico, di gentile robustezza.
Il quiz Slowine
Piccola pausa per il consueto gioco preparato dalla redazione di Slow Wine, che permetterà a 10 partecipanti di vincere una guida. La Fisar si aggiudica, come sempre (ma, scusate, se non lo conosciamo noi il vino, con tutto quel che ci "torchiano" durante i corsi) le "pole positions", rendendoci ancora meglio disposti al gran finale Piancornello Brunello di Montalcino 2010 (Vino Slow). Grande intensità olfattiva, in cui il legno si integra con il frutto. Il palato, con tannino vivo ma di grande piacevolezza, è molto persistente. Finiamo con una nota di dolcezza e la Delizia autunnale con panna cotta, diospero e amaretti (Diospero? Scopro che il caco si chiama così da queste parti) la fa da ciliegina sulla torta.
Considerazioni finali
Mi piace sapere che si può bere benissimo spendendo prezzi onestissimi: grazie a Slow wine per ribadircelo.
Mi piace sapere che si può preparare un'ottima cena con soli prodotti stagionali: grazie Slow food per realizzare ciò.
Mi piace vedere che i corsisti Fisar partecipano attivamente a queste serate, cercando di scoprire natura e profumi del vino, agli inizi, e prestandosi, poi, come volontari per il servizio, al solo scopo di perfezionarsi. Bravi a loro e a tutti coloro che li motivano.
Mi piace venire da Giovanna e Mauro all’acciaiolo. Punto.
Nadia Padrin
Wine trotter, ama scoprire il mondo e i suoi vini e pur di riuscire a comunicarli si è imparata qualche lingua straniera. Le altre le inventa.
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